Il ventunenne mancino delle Fiamme Oro, allenato dal M° Marco Vannini, stanotte a San Francisco è salito per la prima volta in carriera sul podio di Coppa del Mondo. Presenti anche Andrea Baldini e Lorenzo Nista, per una storica tripletta livornese solo rinviata (continua…)

Edoardo Luperi, talento ne ha da vendere. Stanotte (ora italiana, ndr) a San Francisco ne ha dato conferma una volta ancora. Non era facile, visto il canale di eliminazione diretta che lo attendeva, spingersi fino alle soglie della finalissima, ma con la sua caparbietà, dopo un girone preliminare, che lo ha visto uscire indenne, il talento di casa blu-arancio ha messo in fila gente del calibro di Peter Joppich (quattro volte iridato individuale, ndr) per 15-13 e il russo campione del mondo in carica Alexander Cheremisinov per 15-12. A quel punto sembrava fatta, e il sogno di disputare la prima finalissima in una gara di Coppa del Mondo contro il plurititolato concittadino Andrea Baldini (che nell’altra semifinale aveva avuto la meglio sull’altro livornese Lorenzo Nista, ndr) sembrava, ormai, il più ovvio degli epiloghi. Invece, a rompere le uova nel paniere a Edoardo e agli altri due moschettieri amaranto ci ha pensato il transalpino Jeremy Cadot, uno che alle gare d’esordio stagionali sembra godere sempre di un ottimo stato di forma (fu secondo due anni fa a Parigi, proprio dietro a Baldini, ndr) per poi, durante l’anno, disperdersi un po’.

Edoardo, ha comunque di che festeggiare, perché dopo una serie di buone prove che lo avevano visto cedere quando ai sedicesimi, quando agli ottavi, a San Francisco ha saputo canalizzare tutte le energie sull’obiettivo primario per lui in questo momento, che era quello di salire quel benedetto scalino, così infatti, ha dichiarato: “Sono arrivato da una diretta molto tosta e durante il giorno mi sono piaciuto per come ero riuscito a esprimermi. Una volta in semifinale mi sono reso conto che stavo sprecando troppe energie nervose per rimanere concentrato, perché non volevo rilassarmi, invece col francese ho fatto un bruttissimo assalto, me ne sono reso conto – poi, Edoardo ha concluso – comunque guardo il positivo, era dura e ci sono stato. Fino a qui mi sono preparato bene. Ancora c’è molto da fare, ma sento di essere sulla giusta strada”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il suo tecnico Marco Vannini: “Fa piacere aver visto Edoardo approdare così avanti nel torneo, mi fa anche piacere per la scherma livornese che ci sia stato un così importante risultato, però, concedo a Edoardo solo il beneficio dell’età e dell’esperienza che deve maturare a questi livelli, perché quello che ho visto in semifinale non è un Edoardo che mi piace, e che non ho riconosciuto. Imparerà!”
A San Francisco erano presenti anche gli altri due accademisti Alessandro Paroli e Johannes Poscharnig. Se per il mancino austriaco approdato all’Accademia solo poche settimane fa, si può parlare di una uscita di rodaggio, per la prova di Alessandro l’amaro in bocca resta un bel po’, visto che è stato estromesso dal torneo nei trentaduesimi dal coreano Han Dong Jin per 14-15, finendo al 47° posto in una gara cha ha registrato 197 presenze.
Adesso, dopo il rientro in Italia previsto per domani, ci sarà il tempo di analizzare gli errori commessi per poi volare verso Tokyo, per  il secondo appuntamento stagionale.